'Ehi, sveglia, andiamo in piscina'. Immaginate la mia reazione. PISCINA. La parola dell'amore, per me. Mi immaginavo già le vasche, avanti e indietro, e quell'oscillante movimento che mi fa sentire bene. Poi sento la parola, il nome della piscina, che piscina non era. Un parco acquatico, un parco acquatico! Li ho sempre odiati, cioè non li ho mai capiti. Arriviamo, ovviamente costume intero e boxercostume di mio padre sopra. Mi sentivo piccola, sempre più piccola, piccola piccola piccola. E mi dava fastidio essere li, dove tutti ridevano, e anche se nessuno mi guardava io avevo il bisogno di nascondermi. Poi sono entrata in acqua, ho cominciato un po' a ridere, un po' a divertirmi, ma non troppo. Poi sono andata nelle terme,
Fino alla sera. Ho avuto una potente, proprio potente crisi di nervi. Avevo mangiato a pranzo. Avevo fatto merenda. E in più fuori a cena. DIO. Pensavo che mi sarei uccisa. E, oggi, che non riesco a muovermi, per le bruciature, ho mangiato ancora. E mi viene da piangere. Perchè mi faccio schifo, ma più mi faccio schifo e più mangio, e più mangio e più mi faccio schifo. Quindi è un circolo vizioso, inutile, quando comincia, devo smettere. Mi odio. Dopo la felicità di ieri, questo limbo. Questo pozzo senza fondo, continuo a cadere. L'unico spiraglio di luce oggi è stato questo: due vestiti, una maglietta, un paio di leggins, un coprispalle, un paio di scarpe anni 60 e un paio di zeppe. Ho solo voglia di dormire e scrivere, leggere e fare conti. Voglio che il cibo scompaia, da davanti ai miei occhi, dalla mia esistenza.
Voglio un vortice di emozioni che non sia questo, ma che sia pieno d'amore.
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